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FilmUP Forum Index > Cinema > Tutto Cinema > Ladri di Biciclette: capolavoro?   
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Autore Ladri di Biciclette: capolavoro?
Dubliner


Reg.: 10 Ott 2002
Messaggi: 4489
Da: sanremo (IM)
Inviato: 15-09-2003 09:38  
Ieri ho avuto occasione di guardare questo film per la prima volta, riconosciuto come uno dei grandi capolavori del neorelismo, vincitore dell'oscar come miglior film straniero.
Pur essendo obiettivamente un buon film, pur prendendo atto dell'età della pellicola e del contesto storico, dandogli atto di fare una critica all'indifferenza dell'Italia del dopoguerra sono rimasta abbastanza stupita delle grandissime lodi e dei fiumi di parole che ho letto su questo film.
Con molta umiltà vorrei chiedervi cosa ne pensate di questo film e magari di spiegarmi come mai è considerato un capolavoro. Sicuramente mi sono sfuggite molte cose, per ignoranza o disattenzione ma non sono riuscita ad apprezzarlo più di tanto, trovandolo a tratti statico.
Certo è commovente guardare quanta povertà, miseria e disperazione c'era nel dopoguerra, di come anche una bicicletta può cambiare la vita, può sfamare una famiglia e di come la gente, nonostante fosse unita da una povertà più o meno accentuata, fosse spesso indifferente per le sorti del povero Antonio.
Però... però... non mi è rimasta la sensazione di aver visto un film memorabile: perché?
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Io sono grande. E' il cinema che è diventato piccolo.
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fassbinder

Reg.: 29 Ago 2003
Messaggi: 1335
Da: reggio emilia (RE)
Inviato: 15-09-2003 10:07  
Secondo me è semplicemente una questione di gusto. L'analisi che hai fatto del film, pur avendolo visto per la prima volta è sicuramente valida, e a mio modesto avviso hai guardato il film nella maniera corretta.
Mi permetto di citarti tre film, completamente diversi tra loro, da "legare" al capolavoro di De Sica, anche se probabilmente li avrai visti tutti.

- Roma città aperta di Roberto Rossellini (1945): è il film più conosciuto del neorealismo italiano. E a mio giudizio è inscindibile dal lavoro di De Sica per comprendere a fondo questo genere.

- C'eravamo tanto amati di Ettore Scola (1974): per via dei riferimenti a Ladri di biciclette da parte di Stefano Satta Flores.

- Le biciclette di Pechino di Wang Xiaoshuai (2001): che è praticamente un rifacimento del lavoro di De Sica, sullo sfondo della Cina contemporanea. Diciamo che è un film di "neo-realismo cinese", sempre che sia opportuno usare questo termine, semplicemente splendido.

Se per caso non avessi visto alcuni film tra i tre da me citati ti consiglio di farlo, per poi ricollocare il film di De Sica in uno spazio nuovo.





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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 15-09-2003 10:22  
Spesso, soprattutto per i film del passato, il nostro giudizio viene condizionato da considerazioni passate ormai archiviate e diventate dati di fatto.
Anch'io lo considero un capolavoro, e il vero motivo è che guradandolo e confrontandolo, lo trovo superiore ad un infinità di pellicole.L'appellativo capolavoro è alla fine dato per esaltare un film al confronto con altri.Dice tutto e non dice niente.Cosa lo rende superiore agli altri film dovrebbe essere la domanda.Spero nella risposta attenta e professionale di qualcun altro prima di immettermi in un discorso nel quale solo l'intuito e non una vera conoscenza mi porterebbe a scrivere
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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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fassbinder

Reg.: 29 Ago 2003
Messaggi: 1335
Da: reggio emilia (RE)
Inviato: 15-09-2003 11:17  
quote:
In data 2003-09-15 10:22, gatsby scrive:
Spesso, soprattutto per i film del passato, il nostro giudizio viene condizionato da considerazioni passate ormai archiviate e diventate dati di fatto.
Anch'io lo considero un capolavoro, e il vero motivo è che guradandolo e confrontandolo, lo trovo superiore ad un infinità di pellicole.L'appellativo capolavoro è alla fine dato per esaltare un film al confronto con altri.Dice tutto e non dice niente.Cosa lo rende superiore agli altri film dovrebbe essere la domanda.Spero nella risposta attenta e professionale di qualcun altro prima di immettermi in un discorso nel quale solo l'intuito e non una vera conoscenza mi porterebbe a scrivere



A mio avviso invece la risposta professionale l'hai già data tu. E' verissimo infatti quello che dici a proposito del "capolavoro" in generale.

Se pensiamo a Roma città aperta di Rossellini e a Ladri di biciclette di De Sica per l'immediato dopoguerra, a Il sorpasso di Risi per gli anni del "boom", a C'eravamo tanto amati di Scola per gli anni'60 e i primi anni '70, questi sono capolavori, perchè hanno un' importanza pari, se non superiore ad un libro di storia per comprendere quei periodi storici. Sono documenti unici, veri e propri momenti di ispirazione. Sono film che hanno inciso profondamente ed in maniera irreversibile sul cinema italiano (e non solo) successivo. Poi si potrebbe citare film su film, e naturalmente distinguere ciò che è bello per noi, e ciò che è bello in termini assoluti. Ma questo è un discorso completamente differente.

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Daniel


Reg.: 14 Feb 2003
Messaggi: 4301
Da: Nuoro (NU)
Inviato: 15-09-2003 13:12  
Dubliner non lo so io la penso esattamente come te .. un film che emoziona con un plot brillante e 'rivoluzionario' l'Italia che si racconta ... che ha il coraggio di raccontarsi dopo la guerra nonostante politici tentassero di distogliere i nostri artisti a coprire (riferendomi alla famosa battuta di Andreotti 'i panni sporchi si lavano in casa') la povertà e il malessere che la popolazione affrontava ...
Ma ripeto siamo sicuri che De Sica sia il genio di questo film? No non credo si avvale della collaborazione di un geniale ZAVATTINI il vero protagonista insieme a Rossellini del NEOREALISMO ... De Sica è un po' la pecca di quell'opera ... con quella regia un po' così ... per Dio sempre precaria fa sorgere qualche dubbio a chi visiona ogni sua opera ... il dubbio sulla grandezza dell'opera espressa sopra
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Dubliner


Reg.: 10 Ott 2002
Messaggi: 4489
Da: sanremo (IM)
Inviato: 15-09-2003 14:28  
Quello che mi chiedevo io infatti Daniel, era proprio questo: basta raccontare, anche con coraggio, un pezzo di storia per farne un capolavoro? Una volta che gli si è riconosciuto questo merito, innegabile certo, cos'altro passa alla storia di Ladri di Biciclette? Questo non per sminuirlo (non ne sarei in grado, ovvio) ma per capirne il valore, da profana io gli ho riconosciuto solo quello, non notando nulla di particolarmente rilevante a livello di regia, di narrazione, di innovazione (per quell'epoca si intende). Film che raccontano pezzi importanti di storia ce ne sono a bizzeffe e non riconosciuti come capolavori assoluti, e allora da qui è nata la mia curiosità.

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MRSSTEELE

Reg.: 08 Nov 2002
Messaggi: 10730
Da: Venezia (VE)
Inviato: 15-09-2003 14:45  
si manu giusto, uno di questi è la ciociara quella della loren ovviamente perchè il remake è uno schifo...
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Oggi è il mio ultimo giorno di vita.

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Daniel


Reg.: 14 Feb 2003
Messaggi: 4301
Da: Nuoro (NU)
Inviato: 15-09-2003 15:38  
quote:
In data 2003-09-15 14:45, MRSSTEELE scrive:
perchè il remake è uno schifo...




che poi è sempre con la Loren
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fassbinder

Reg.: 29 Ago 2003
Messaggi: 1335
Da: reggio emilia (RE)
Inviato: 15-09-2003 16:24  
quote:
In data 2003-09-15 14:28, Dubliner scrive:
Quello che mi chiedevo io infatti Daniel, era proprio questo: basta raccontare, anche con coraggio, un pezzo di storia per farne un capolavoro? Una volta che gli si è riconosciuto questo merito, innegabile certo, cos'altro passa alla storia di Ladri di Biciclette? Questo non per sminuirlo (non ne sarei in grado, ovvio) ma per capirne il valore, da profana io gli ho riconosciuto solo quello, non notando nulla di particolarmente rilevante a livello di regia, di narrazione, di innovazione (per quell'epoca si intende). Film che raccontano pezzi importanti di storia ce ne sono a bizzeffe e non riconosciuti come capolavori assoluti, e allora da qui è nata la mia curiosità.


Trovo giusta la considerazione di Daniel sull'importanza di Cesare Zavattini autore, insieme allo stesso De Sica, della sceneggiatura. Però sulla regia di De Sica non sono d'accordo, in quanto la trovo eccellente.
Ma soprattutto mi rendo conto di aver probabilmente frainteso l'osservazione di Dubliner: no, non è un film come tanti altri, è un film che piuttosto ha influenzato molti lavori successivi, proprio per la sua carica innovativa.
Ed essa non va attribuita solo al fatto che è stato interamente girato in esterni e interpretato da attori non professionisti, ma proprio per le capacità dimostrate nel fotografare un intero periodo di storia nazionale. Ripeto, Il sorpasso ha la stessa funzione, nonostante sia interpretato dal re degli attori di ogni tempo. Oggi, se vogliamo ritrovare quelle capacità di ritrarre il vero, il reale, in quel determinato contesto, composto dall' essenzialità più estrema, dobbiamo andarci a vedere film iraniani diretti da Abbas Kiarostami o da Jafar Panahi. Oppure il sopracitato lavoro di Wang Xiaoshuai, che a più di 50 anni risente ancora del film di De Sica in maniera significativa.
Capolavoro è dunque da intendere come lavoro superiore, ciò da cui altri lavori attingono a piene mani riconoscendone lo splendore, l' intuizione, l'ispirazione.
Proviamo a riguardare i film degli ultimi 10 anni onestamente più originiali :
Il palloncino bianco di Panahi non ricorda forse Ladri di Biciclette ? (persino la bambina è incredibimente somigliante a Enzo Stajola). Eppure è datato 1995 ed è uno dei film iraniani più originali. Ancora più geniale Lo specchio dello stesso Panahi (ed ancora più recente: 1997).
E i film di Kiarostami ? Dov'è la casa del mio amico? è un capolavoro assoluto (1987), così anche E la vita continua (1992), Il vento ci porterà via (1999), Il sapore della ciliegia (1997), Sotto gli ulivi (1994), e tutti i film di questo grandissimo autore. Ci sarebbero stati senza Ladri di biciclette ?
E poi, ripeto, guardiamo quanti film mostrano al loro interno il film di De Sica, proiettato, recitato, discusso, mimato, rivisitato. Ogni singola scena di quel film è diventata un vero oggetto di culto per il cinema stesso.
Non è un semplice capitolo di storia, è storia raccontata crudamente e divinamente, rispettando tempi e contrasti dell'epoca.
Non è una mera questione di narrazione storica : anche Il mandolino del capitano Corelli ha la pretesa di ripercorrere eventi storici. Ma anzichè essere un film è una vaccata, una porcheria, un insulto al cinema.


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[ Questo messaggio è stato modificato da: fassbinder il 15-09-2003 alle 16:29 ]

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Dubliner


Reg.: 10 Ott 2002
Messaggi: 4489
Da: sanremo (IM)
Inviato: 15-09-2003 16:38  
Ti ringrazio Fassbinder, mi fa molto piacere leggerti, mi hai chiarito diverse cose.
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fassbinder

Reg.: 29 Ago 2003
Messaggi: 1335
Da: reggio emilia (RE)
Inviato: 15-09-2003 16:53  
Anche io ti ringrazio e anche a me fa piacere leggere domande e commenti su lavori di tale entità .
Ma soprattutto mi fa piacere che ci sia ancora chi si prende la briga di andare a vedersi film italiani di 50 anni fa per discutere la Storia del Cinema.
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TINTOBRASS

Reg.: 25 Giu 2002
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Da: Roma (RM)
Inviato: 15-09-2003 18:50  
L'importanza storica di questo film è innegabile. Personalmente, gli preferisco "Umberto D.", che, sempre secondo il mio modesto parere, resta il vero capolavoro del Neorealismo (insieme a "Roma città aperta", ovviamente).
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"La giovinezza è una conquista dello spirito che si raggiunge solo ad una certa età" (Proust)


Il sito della mia personalissima rivoluzione: http://www.vueling.com

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fassbinder

Reg.: 29 Ago 2003
Messaggi: 1335
Da: reggio emilia (RE)
Inviato: 15-09-2003 19:15  
quote:
In data 2003-09-15 18:50, TINTOBRASS scrive:
L'importanza storica di questo film è innegabile. Personalmente, gli preferisco "Umberto D.", che, sempre secondo il mio modesto parere, resta il vero capolavoro del Neorealismo (insieme a "Roma città aperta", ovviamente).




Splendido film ; ricordo di aver letto su alcuni libri alcune citazioni tratte dalle critiche che Andreotti fece a questo bellissimo film, proprio per la sua estrema tristezza e malinconia che De Sica e Zavattini riuscirono a mostrare in maniera dirompente.
Purtroppo non ho questo film nella mia videoteca , una gravissima lacuna . E sono molti anni che non lo vedo .
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ilaria78

Reg.: 09 Dic 2002
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Da: latina (LT)
Inviato: 15-09-2003 19:24  
io del nerealismo ho sempre apprezzato il minimalismo e la stringatezza,la semplicità che traspare un po'da tutto: dialoghi,recitazione,regia.
ricordiamo che il cinema secondo la poetica neorealista è il pedinamento dell'uomo,mostrare un pezzo dell'esistenza di uno di noi,si finiva per raccontare pezzi di storia anche per via del momento particolare che si viveva.
questi temi affrontati sono stati quello che più hanno colpito il pubblico di tutto il mondo cinefilo e non,probabilmente registi come De Sica o Rossellini e gli altri hanno saputo mettere il film al servizio del racconto mostrando senza particolari genialità registiche ciò che accadeva ai loro personaggi ,perchè il loro intento era raccontare una storia,darci un messaggio,per questo i loro film sono spogli essenziali.
la cosa più triste che mi fa sempre riflettere è però che il cinema italiano successivo è sempre stato paragonato al neorealismo e questo lo ha influenzato non poco,visto che ormai in Italia si ha questo modo di fare cinema che ci porta sempre a raccontare una storia di qualche famiglia,di una qualche classe sociale,in cerca di realtà per poter essere "degni eredi"del neorealismo.
il mio parere è che ci sono stati buoni film nel passato ma il cinema italiano deve allontanarsi da quei clichè che non possono essere riproposti oggi nei nuovi film.
oddio..credo di essere andata un po' fuori tema vabbè...........
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...quando i morti camminano signori..bisogna smettere di uccidere...

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TINTOBRASS

Reg.: 25 Giu 2002
Messaggi: 5081
Da: Roma (RM)
Inviato: 15-09-2003 19:26  
quote:
In data 2003-09-15 19:15, fassbinder scrive:

Splendido film ; ricordo di aver letto su alcuni libri alcune citazioni tratte dalle critiche che Andreotti fece a questo bellissimo film, proprio per la sua estrema tristezza e malinconia che De Sica e Zavattini riuscirono a mostrare in maniera dirompente.
Purtroppo non ho questo film nella mia videoteca , una gravissima lacuna . E sono molti anni che non lo vedo .




Andreotti osteggiò De Sica così come Scalfaro diede contro a Fellini. E il Maestro, da par suo, lo schernì attraverso il bellissimo episodio di "Boccaccio '70", in cui un irreprensibile politico della DC (Peppino De Filippo, splendido) rimaneva folgorato dalla testimonial di un manifesto pubblicitario... esilarante... BEVETE PIU' LATTE, IL LATTE FA BENE, IL LATTE CONVIENE A TUTTE LE ETA'!
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